Michael Keaton, fra luci e molte ombre, è il "fondatore" di McDonald's nella nuova pellicola del regista di "Saving Mr.Banks".
Operazione McDonald's
In Dark Shadow, uno degli ultimi e meno felici film di Tim Burton, Johnny Depp, spaesato vampiro ottocentesco spostato a forza nel nostro secolo scambiava la M dorata di McDonald per il sigillo di Mefistofele. Ora, senza demonizzare più del necessario il marchio maggiormente osteggiato dai no-global di tutto il mondo, visto The Founder di John Lee Hancock e quindi conosciuta la storia del suo fondatore Ray Kroc, qualche dubbio sulla natura dell’operazione McDonald’s è comunque lecito averlo. Eh sì, perché la storia del buon Ray (portato sullo schermo dal travolgente Michael Keaton, tornato finalmente protagonista dopo Birdman e Spotlight), partito come semi-fallito venditore di frullatori e diventato nel giro di pochi anni titolare (e su questo torneremo a breve) della più conosciuta catena di fast food americana, avrebbe tutti gli elementi necessari ad incarnare il sogno U.S.A. del self made man. L'unico problema è che nell'uomo "fatto da sé" di The Founder c’è tutto il guasto del nuovo modello capitalistico, quello che non premia i reali innovatori, ma chi per primo riesce a mettere le mani su un’idea vincente. Poco importa se propria o meno, l’importante è che porti più guadagno possibile.
Boom, Like That
"Questa canzone parla di Ray Kroc, l'uomo che ha fatto diventare i McDonald's un business a livello mondiale. Ci sono pareri conflittuali su di lui, oggi: da una parte i movimenti anti-globalizzazione e dall'altra le persone che lo considerano un visionario ed inventore di un modello commerciale. La canzone consiste per la maggior parte in cose dette da Kroc stesso.” Mark Knopfler
L'interesse della produzione per la vicenda di Kroc e dei fratelli McDonald inizia nel 2004 proprio dalla canzone Boom, Like That di Mark Knopfler e, come la canzone, anche la struttura del film non ha bisogno di concentrarsi sui primi anni di vita di Ray Kroc, sostanzialmente inutili allo svolgersi dei fatti. La trama si sviluppa dal momento in cui il futuro imprenditore incontra quasi per caso i fratelli McDonald, titolari e gestori di un chiosco di hamburger a S. Bernardino, ai quali - dopo averne ammirato la metodologia di produzione – propone di associarsi e di aprire più succursali della loro attività – controllate direttamente da Kroc stesso – in varie parti del Paese. Nonostante il successo dell'operazione però Ray Kroc ritiene la propria remunerazione poco adeguata al reale valore apportato al progetto e così, attraverso i più disparati cavilli legali suggeritigli dal proprio consulente, inizia la scalata tesa ed escludere i due fratelli dalla società e ad appropriarsi totalmente del marchio McDonald.
La Nuova Chiesa Americana
Ambientato fra il 1954 e il 1961, The Founder ha il pregio di sottolineare il nuovo contesto dell' epoca post-Roosevelt, fatto di possibilità e di nuove prospettive, dove sono le famiglie e i giovani l'obiettivo da centrare. In quegli anni infatti sono proprio i giovani ad acquisire un’identità sociale (seppur di gruppo) e lo fanno diventando consumatori (dischi, cinema, abbigliamento e ovviamente food, meglio se fast). E' in questo scenario inedito e “vergine” che il Kroc di Michael Keaton fa la sua fortuna. Nella visione “Made in Ray Kroc” non esiste più il capitalismo “sostenibile”, vecchia maniera, dei fratelli McDonald, ma avanza l’aggressività e la spregiudicatezza che i tempi moderni richiedono (?). Tanto brillante e ritmata nella prima parte quanto lineare e priva di guizzi particolarmente inventivi nella seconda, la pellicola - pur evidenziando luci ed ombre di entrambe le “fazioni” (i McDonald ingenui e "immobilisti" nella sicurezza di un'attività a gestione famigliare; Kroc accattivante e genuino in superficie, ma spigliato arrivista con l'obiettivo - raggiunto, possiamo dire - di far diventare McDonald's la "nuova chiesa americana") - non parteggia per l'uno o per gli altri, lasciando allo spettatore ed al suo concetto di giustizia e moralità il giudizio su Ray Kroc e sull’intera vicenda.
Perchè vederlo? Molti i motivi, su tutti l'immenso Michael Keaton. Poi per conoscere una vicenda di certo poco nota, ma soprattutto per "testare" quanto e cosa riteniamo giusto o sbagliato in un mondo votato al successo negli affari ad ogni costo.
Perchè non vederlo? Se si è in cerca di un film politico e/o di denuncia, astenersi. Anche se amaro e cinico, The Founder rimane un'opera abbastanza innocua e priva di veri guizzi morali in grado di far sobbalzare le coscienze.